Essere qui è magnifico

Essere qui è magnifico

Essere qui è magnifico è il titolo che Debora Antonello ha scelto per questa mostra.

Un titolo che in sé, nella sua storia custodisce il significato del fare arte e dell’accostarsi all’arte, e che assume un senso particolare oggi, dopo tutto ciò che è accaduto negli ultimi due anni.

Essere qui è magnifico è un verso di Rainer Maria Rilke, tratto dalle Elegie duinesi. Un’opera intrisa di desolazione, di angosciata consapevolezza del limite ultimo che grava sull’esperienza umana; segnata dal retropensiero costante della morte, dall’angoscia per l’aleatorietà di ogni valore in una società che è ormai quella industriale, individualista e alienante, rassegnata all’assenza di Dio. Eppure, del tutto inatteso, nella Settima elegia si incontra quel verso. Una dichiarazione d’amore per la vita. In tedesco, hiersein ist herrlich: suona ancora più semplice e assertivo, incontrovertibile come una constatazione, un’oggettiva presa d’atto.

Vivere è magnifico, spiega poi il poeta, perché anche per la più sventurata fra le anime transitate sulla Terra

«un’ora vi fu (forse, neppure / un’ora piena: un attimo soltanto / da non commisurar con le misure / consuete del tempo; un solo istante / fra due rintocchi) - in cui ciascuna visse / interamente la sua vita; ed ebbe, / di quella vita sua, le vene colme».

 

C’è, nella vita di ciascuno, almeno un istante di grazia e pienezza tanto prezioso da riscattare ogni angoscia. Per Rilke, quell’istante coincide con l’incontro con l’arte. Più precisamente con il mistero dell’ispirazione, l’innesco della creazione artistica: un momento, forse l’unico, che restituisce senso all’intera esistenza dell’uomo.

A distanza di un secolo da quando la Settima elegia fu scritta, Debora Antonello rilegge Rilke e proprio l’incontro con quel verso accende l’ispirazione: si chiude così un circolo virtuoso nel quale le vene della poesia si colmano di vita, generando un nuovo universo di segni e colori. Arte che a sua volta ci ricorda la meraviglia di scoprirci vivi, di essere tornati a respirare. A respirare bellezza – dopo tutto, nonostante tutto.